Ieri sera, in occasione della manifestazione SuperCali che si tiene annualmente a Vigevano, abbiamo partecipato alla presentazione del libro “Sparire qui” di Marta Ciccolari Micaldi.
Con Sparire qui Marta Ciccolari Micaldi ci porta alla scoperta degli Stati Uniti in tutta la loro struggente complessità e ci invita a perderci con lei sulle strade della solitudine, dello stupore, dell’ignoto e della libertà.
Con Marta condivido la passione per gli Stati Uniti, iniziata per me nello scorso millennio.
Il mio primo viaggio è del 1988: dopo aver passato anni a leggere libri di autori americani ed a vedere documentari in TV (Internet ed il web ancora non esistevano) il mio primo lavoro “serio” mi aveva permesso di raggranellare abbastanza soldi per trascorrere il mio compleanno negli USA.
La prima tappa era stata New York, e la prima sensazione provata, stranamente, fu di “già visto”.
Me la ricordo perfettamente: camminavo per le strade di Manhattan e mi dicevo: “adesso giro l’angolo e c’è Fao Schwarz”.
Lo so, vi domanderete: “Che c’azzecca FAO Schwarz”? In quel tempo la mia famiglia era titolare di un famoso negozio di giocattoli della mia città, e quindi mi ero preso l’incarico di andare a visitare il nostro “equivalente” americano.
Anche su altri luoghi famosi ho avuto la stessa percezione: la statua del toro in Wall Street, il battello che ti porta in giro per il fiume Hudson, il ponte di Manhattan… tutte immagini che mi avevano già lasciato un “virtuale ricordo” preso dai film che avevo visto.
La passione poi mi ha portato a visitare luoghi che non sono nelle rotte usuali: quanti ne conoscete che sono andati a Savannah, in Georgia?
“Cesare: e che ci sei andato a fare in quel posto sperduto?”
Vediamo se questo indizio vi aiuta:
Niente? Provate ad indovinare con quest’altro particolare:
Cosa dire del “Texas School Book Depository”?
La storia racconta che dal sesto piano di quel palazzo Lee Harvey Oswald abbia sparato a JFK: visto anche questo.
La mia passione per gli Stati Uniti va di pari passo con quella per la cucina ed il cibo, e spesso i viaggi hanno avuto il doppio obiettivo: turistico e gastronomico.
Cosa vi dice questo?
“Cosa prende signora?”
“Quello che ha preso lei…”
Bell’articolo! Non sapevo che eri andato in avanscoperta a vedere un negozio di giocattoli.. 🙂